Ultimo domicilio conosciuto
Per non dimenticare uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, tredici racconti ripercorrono le vite dei reggiani deportati ad Auschwitz
Autore | Accorsi Stefano |
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Collana | I minolli |
Pagine | 256 |
Pubblicazione | 201801 |
Sottotitolo | Tredici storie sulle pietre d’inciampo |
14,90 €
Le pietre d’inciampo sono dei sampietrini dorati che l’artista tedesco Gunter Demnig impianta nelle città del mondo in corrispondenza dell’ultimo domicilio conosciuto di una persona deportata in un lager nazista. Sulla sua superficie solo nome e cognome, data e luogo di nascita, data e luogo di morte. I passanti, inciampando sulla pietra e sulle ombre oscure della Storia, sono costretti a fermarsi. Costringono a ricordare.
Anche la letteratura è un mezzo attraverso il quale si ricorda e si testimonia. Gli autori di questa antologia hanno “adottato” ciascuno una pietra, hanno condotto ricerche sulle carte e i documenti che testimoniavano la vita della persona che era loro in affido e hanno immaginato di poterla raccontare. Ci sono, in questo libro, storie di persone sole e storie famigliari, storie di ebrei e di militari, di collaborazionisti e di bambini; ci sono storie crude, altre che hanno toni più elegiaci o buffi (sì, si può fare su questi temi anche una letteratura che, all’apparenza, è leggera); ci sono storie raccontate dal punto di vista della vittima o di chi le stava accanto. C’è l’idea, forse, di poter riportare in vita, nel breve spazio di un racconto, chi non c’è più.
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