TEMPORARY MOTHER
Un libro di denuncia su uno dei tempi più dibattuti dei nostri giorni per comprendere il labile confine tra bio-etica, società, business e maternità
Autore | Terragni Marina |
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Collana | VanderWomen |
Pagine | 104 |
Pubblicazione | 201710 |
Sottotitolo | Utero in affitto e mercato dei figli |
11,90 €
Sono molte migliaia i bambini che nascono ogni anno da utero in affitto: più di 2 mila solo negli Stati Uniti, con un incremento annuo del 200 per cento. Un business colossale e planetario in espansione costante – oggi il fatturato supera i 3 miliardi – nel quale le donne diventano mezzi di produzione e le creature umane oggetti in vendita. Quei figli che non ci è consentito di avere possiamo sempre comprarli. Basta pagare. La riproduzione diventa produzione di cui siamo a un tempo mezzi e destinatari. Un consumismo che si spinge fino all’autoconsumismo, confezionato in forma di neo-desideri e neo-diritti che rivendicano di poter prescindere anche dalla biologia dei corpi e dalla differenza sessuale.
Chi è una madre “surrogata”, se non una madre? Perché si pretende che scompaia dopo aver portato a termine il suo biolavoro? Si può affittare il proprio corpo e mettere in vendita un essere umano?
Domande urgenti, alla vigilia di un dibattito che lacererà l’Europa, ultima roccaforte anti-surrogacy. Un pamphlet “anarchico” e necessario di fronte alla portata della posta in gioco: i bambini e la differenza femminile, garanzia di civiltà e umanità.
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